Sembra assurdo eppure i tecnici dell’FBI non sono stati in grado di sbloccare lo smartphone di un criminale. Il dispositivo conterrebbe informazioni molto importanti per gli investigatori che hanno bisogno delle prove in esso contenute per arrestare il sospettato per sfruttamento della prostituzione minorile.
L’uomo aveva protetto il suo smartphone Android con il cosiddetto “pattern screen” che consente di disegnare un simbolo sullo schermo del proprio cellulare per poterlo bloccare ad occhi indiscreti e c’è da ammettere che ha raggiunto il suo scopo di esistenza. Infatti, gli investigatori ed il team del laboratorio tecnico, hanno dovuto alzare le mani senza procedere con lo sblocco per il rischio di perdere tutte le informazioni contenute nel dispositivo.
Cosa fare se non chiedere aiuto a Google? Detto fatto l’FBI ha richiesto l’autorizzazione al giudice e un mandato per far intervenire gli esperti di Android che hanno sviluppato il sistema operativo di Google.
Eppure c’è qualcosa di strano, possibile che dato il vasto know-how tecnico sull’hacking dell’FBI non siano riusciti a scoprire una tecnica per sbloccare lo smartphone? Oppure l’FBI aveva solamente timore di corrompere i dati e quindi perde le vitali prove contenute all’interno del dispositivo del criminale? Secondo alcuni esperti si tratta del fatto che Android è davvero così sicuro che nessuno riuscirebbe a sbloccare lo smartphone senza rischiare di danneggiarlo e così è stato necessario ricorrere al colosso che ha sviluppato tali protezioni. La stessa Logicube, sviluppatrice di CellXtract – il famoso software di hacking – ha ammesso di non essere in grado di estrarre i dati da uno smartphone Android lockdown.
Google, secondo quando dicono le indiscrezioni non può scoprire la password del Google Account ma può resettarla così da consentire agli agenti di accedere alle informazioni contenute nello smartphone. Google dal canto suo ha accettato di collaborare con l’FBI, tuttavia hanno dichiarato i suoi portavoce, Google cerca sempre di moderare le richieste del tribunale che spesso sono incompatibili con i principi di legalità.