La big G non è nuova a questo genere di iniziative e cosa meglio di questo potrebbe pubblicizzare il nuovo smartphone Galaxy Nexus, realizzato con Samsung, in prossima uscita?
L’annuncio ufficiale risale a venerdì scorso quando Google ha comunicato attraverso le sue pagine “Android” di Google+ e le pagine “Google Nexus” su Twitter. A partire dal 12 novembre a mezzogiorno (ora USA) fino al 21 novembre (sempre orario americano), Google metterà alla prova i partecipanti della sfida con prove di abilità (rompicapi e sfide con foto o domande a tema) sulla sua pagina di Twitter.
Ogni giorno sarà messo in palio un Samsung Galaxy Nexus
“Announcing the Galaxy Nexus Challenge: 10 chances in 10 days for @googlenexus follower to win a tastyGalaxy Nexus 2/Android 4.0 #ICS”
Sarebbe un’opportunità interessante che farebbe gola a molti, peccato che gli italiani non potranno prendere parte a questo contest così come compare scritto nell’annuncio
“Il concorso è aperto solo a coloro che risiedono nei seguenti paesi: 50 Stati Uniti d’America e Distretto di Columbia, Australia, Canada (Quebec escluso), Francia, Germania, Hong Kong, Giappone, Paesi Bassi, Singapore, Spagna, Corea del Sud e Regno Unito.”
Sorge spontaneo chiedersi a cosa sia dovuta la scelta, del colosso dei motori di ricerca, dell’estromettere il nostro paese da quelli partecipanti visto e considerato che il mercato delle tecnologie Android è molto proficuo.
La spiegazione, anche se per questo caso specifico non è stata pubblicata da Google, la possiamo prendere da una situazione analoga, capitata sempre con la società di Mountain View alcuni anni fa. In quell’occasione (era il 2008) Google indisse un concorso per sviluppatori di applicazioni Android i cui vincitori si sarebbero divisi un premio complessivo di 10 milioni di dollari. Anche in questo caso la nostra Italia non campariva tra le nazioni che potevano aderire al concorso.
Google spiegò allora che le leggi italiane avrebbero imposto una lentezza burocratica tale per l’approvazione del concorso che di conseguenza si sarebbe avviato fuori dai limiti di tempo che la società si era data.
I casi riguardanti l’esclusione non si sono limitati solo a queste due manifestazioni ma anche in altre, una di queste è avvenuta quest’anno “Google Code Jam 2011” in cui esperti programmatori si dovevano sfidare a colpi di problemi algoritmici sempre più complessi. Un’altra sempre nel 2011 “Nexus S Challange 2“, preceduta pochi mesi prima da “Nexus S Challange” nel 2010.
Nello specifico le norme con cui Google si sarebbe scontrata riguardano vari aspetti del concorso, sia economico che temporale. Una di queste leggi impone a chi indice un concorso a premi di dover versare una cauzione (tutelativa) in un conto corrente dello stato che restituirà la cifra solo dopo un anno.
Il passo seguente è l’obbligo di dover consegnare una documentazione che comprenda in allegato, la ricevuta del versamento sul conto corrente della cauzione, ed il regolamento del concorso oltre gli opportuni moduli, da effettuarsi 15 giorni prima del concorso presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Per finire, ciliegina sulla torta, la consegna dei premi deve avvenire in presenza di un notaio o di un responsabile della tutela del consumatore.
Insomma se rimarrano queste leggi potremmo dire addio a molti altri contest e premi.