Il primo Museo del Videogioco in Italia si chiama Vigamus ed è stato aperto da appena due giorni, con inaugurazione il 20 ottobre scorso, ma ha già registrato ben seicento visite.
La mostra comprende circa duecentocinquanta pezzi in esposizione, con i quali si persegue l’intento di raccontare e rappresentare la storia del videogioco in Italia per quanto riguarda più di cinquant’anni di storia, ovvero per un periodo di tempo che va dal 1958 al 2012. In esposizione si trovano anche delle opere d’arte, in tutto quattordici, delle quali otto rappresentano dei ritratti di alcuni fra i più famosi programmatori di videogames a livello mondiale, in opere che sono dei veri e propri pezzi unici.
Inoltre un ottimo punto a favore del museo, consiste nell’area interattiva, nella quale i visitatori possono dedicarsi a dei momenti di puro divertimento provando dal vivo una serie di noti videogiochi del passato, sperimentando quindi vecchi ricordi, o pure novità, per quanto riguarda i visitatori più piccoli. E’ stato poi possibile, durante l’inaugurazione, gettare uno sguardo alle nuove tecnologie che nel futuro entreranno a far parte del gaming, grazie alle presentazioni fatte dagli ospiti internazionali presenti all’IVDC – Italian Videogames & Digital Contents Conference che si è tenuto nel giorno dell’inaugurazione del Museo del Videogioco.
Le attività del museo Vigamus sono completamente finanziate dall’AIOMI, il Movimento per la Cultura del Videogioco, che ha fatto in modo che l’ingresso al museo sia stato completamente gratuito per quanto riguarda le due giornate dedicate all’inaugurazione ufficiale, e le attività siano senza fine di lucro.
L’evento è stato condito anche da una certa pubblicità da parte delle autorità, primo fra tutti l’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, oltre che da un seguito dovuto alla presenza di autorità nel campo del videogioco; tra gli ospiti infatti erano presenti Dino Dini e Martin Hollis, oltre a Peter Warman (CEO di Newzoo).