Il quotidiano inglese Independent ha definito Facebook come “Antisocial network”, perché non pagherebbe le tasse dovute per le sue attività nel Regno Unito. In realtà Facebook, sfrutta una scappatoia legale ovvero quella di esportare i profitti presso la sede del quartier generale di Facebook per l’Europa che si trova in Irlanda, a Dublino. Pratica questa utilizzata anche da altre grosse aziende tipo Apple, Google e Amazon. Che i conti di Facebook non apparissero in regola nel Regno Unito, si deduce dai dati riportati dal giornale che si è avvalso di fonti fornite dalla società di analisi indipendente “Enders Analysis.
La società di analisi ha evidenziato che il colosso creato da Mark Zuckeberg avrebbe pagato 238mila sterline di tasse mentre gli introiti dell’azienda si aggirano intorno ai 175 milioni di sterline. Le tasse pagate sono una cifra indiscutibilmente troppo bassa. Ma, come dicevamo, si sfrutta una scappatoia legale che però viene considerata antisociale perchè queste aziende non pagano le tasse nei paesi in cui fanno profitti. Si tratta di aziende che traggono benefici dall’infrastruttura Internet di una nazione, senza poi contribuire in alcun modo economicamente nella nazione stessa. E in tempi di crisi questo comportamento anche se legale suscita non poche polemiche. Alcuni addirittura ritengono che il Regno Unito venga preso in giro perché ha offerto agevolazioni fiscali e l’Irlanda ottiene i benefici da tutte le tasse.
Inoltre le polemiche sono nate anche a seguito della replica dei vertici del social network che non hanno fatto alcun riferimento alla pratica di spostare i profitti registrati nel regno Unito in un Paese che offre una minore pressione fiscale. Ha dichiarato invece di aver scelto Dublino perché l’Irlanda è il posto più adatto per assumere personale con le abilità più adeguate a gestire un’operazione hi-tech e multilingua che serve l’intera Europa.
L’espediente è utilizzato per pagare meno tasse in un Paese dove vengono prodotti i profitti viene anche ritenuto ingiusto perché non vengono immessi soldi nella comunità, che potrebbero venir utilizzati per evitare tagli alla spesa per il sociale o comunque per alleviare le condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione.