Primo censimento dei game designer italiani

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Con la diffusione degli smartphone di cui è previsto un numero pari a 1,7 miliardi entro il 2017 e dei tablet in rapidissima penetrazione si è anche sviluppato il mondo delle app. Infatti Google ha appena festeggiato 25 miliardi di applicazioni scaricate dal suo store Google Play qualche giorno fa, Apple aveva già raggiunto questo traguardo in marzo. Intorno al mondo delle app gira sempre più denaro, soprattutto attorno all’universo dei videogiochi. Per analizzare questo mondo l’Aesvi, l’associazione degli editori di videogame, ha commissionato un’indagine al Centro di Ricerca Ask della Bocconi.
Ne è uscito il primo censimento italiano dei game designer. Sono stati presi in considerazione vari fattori, i guadagni, tipo di azienda e l’età media. La presentazione dell’indagine è stata fatta a Roma il 1 ottobre.
Riguardo ai guadagni ci sono state delle sorprese. Buona parte delle software house italiane guadagna bene: il 27% guadagna dai 10mila ai 100mila euro, un ulteriore 27% va dai 100mila euro al milione e un 7% che supera il milione di euro.
L’analisi della tipologia delle aziende ha evidenziato che il 37% è un’impresa individuale o con uno o due dipendenti, il 24% va da due a cinque e il 13% ne ha più di dieci. Il che è una conseguenza del tipo di lavoro che si concentra su piattaforme come quelle degli smartphone che non richiedono il lavoro di molte persone e nemmeno grossi investimenti. Comunque almeno un terzo di queste aziende produce ricchezza e occupazione. Ma il settore è in crescita.
Un’altra sorpresa è l’età media dei game designer, non sono giovanissimi, anzi la maggior parte ha un’età compresa tra i 36 e i 58 anni e non ha studiato all’università ma si è fatto da solo. Difatti il 64% ha la licenza media superiore e i laureati sono solo il 28%. Un indicatore preoccupante, considerando l’entità di un mercato che in rapidissima crescita. Ci sono settemila software house nel mondo che producono applicazioni, Concentrate per lo più in Nord America. È un settore dove ruotano sempre più capitali e stanno cominciando a scendere in campo giganti come Warner, Disney, Electronic Arts,
Ritornando all’Italia e al primo censimento dei game designer è stato rilevato che il settore potrebbe essere strategico nel mondo dell’intrattenimento con un boom di aziende che sono nate nel giro di due o tre anni. Ora sono circa 80 nate sull’onda degli universi digitali fatti di app. Difatti il 37% dei game designer lavora su tablet e cellulari che usano come sistema operativo quello di Apple e quello di Google.
Alcuni disegni di legge dell’Azienda Digitale prevedono una detassazione per chi sviluppa giochi in Italia. In caso di approvazione in Italia potrebbero moltiplicarsi le software house come è accaduto in Canada dove grazie ad una detassazione sono stati creati settemila nuovi posti di lavoro. Una legge per favorirne lo sviluppo significa tentare di avere una presenza nella produzione di contenuti digitali nei prossimi anni. Soprattutto nello sviluppo di app. dove tra un non sarà più così facile ritagliarsi uno spazio, a causa della fortissima concorrenza dei colossi che stanno scendendo in campo.

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