I gemelli Cameron e Tyler Winklevoss avrebbero usato parte dei soldi pagati da Zuckerberg nella causa di plagio per Facebook. I due atleti olimpici fecero causa a Zuckerberg con l’accusa di aver copiato Facebook da un loro progetto, il ConnectU un network di amicizie pensato per l’elite universitaria americana, quando ebbero l’idea di coinvolgere Mark Zuckerberg nel loro progetto. Ma furono “traditi”, Mark rielaborò il loro progetto e creò un social network aperto a tutti e gratuito, e così nacque Facebook. I gemelli fecero causa per furto di proprietà intellettuale, causa che andò avanti per anni e finì con accordi milionari pari a 65 milioni di dollari.
Ora un nuovo progetto dedicato agli investitori professionali, il SumZero, a pagamento, costa infatti 129 dollari al mese, consente di conoscere e di accedere a una serie di progetti da finanziare.
Tutti coloro che sono nel Buy Side, cioè se fanno parte del hedge fund, fondi comuni o società di private equity possono diventare membri del club. Procede sul modello del crowdfunding, quel processo in cui un gruppo di persone che utilizzano il proprio denaro per sostenere idee e progetti nel campo imprenditoria innovativa, della ricerca, del giornalismo partecipativo e dei beni culturali.
È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.
Con i gemelli ritroviamo l’indiano Divya Narendra, anche lui coinvolto nel progetto originario di Connect U. Ora Narendra seleziona per SumZero i progetti da finanziare. Il social network è stato fondato da Divya Narendra e da un altro alunno di Harvard, Aalap Mahadevia. Siamo ritornati insieme, dice il gemello Tyler Winklevoss in un’intervista al Wall Street Journal, e non nasconde le ambizioni del gruppo.
SumZero vede proprio Narendra a esaminare personalmente le applicazioni per iscriversi, bocciandone il 75%. Una politica non troppo differente da quella adottata da Facebook ai tempi del lancio, in cui ci si poteva iscrivere al social network solo con un indirizzo di posta elettronica universitario. Narendra infatti ritiene che uno dei requisiti chiave di un’idea di successo sia l’esclusività.