Proprio nel corso delle ultime ore Microsoft ha annunciato una mossa decisamente sorprendente circa quello che andrà a configurarsi come il presso di upgrade verso Windows 8, il suo nuovissimo sistema operativo che tra non molto verrà immesso sul mercato.
La redmondiana, infatti, ha scelto di tagliare il prezzo per eseguire il passaggio al nuovo OS: aggiornare il sistema operativo in uso alla versione Windows 8 Pro costerà appena 39,99 dollari.
Questo, in altri termini, sta quindi a significare che qualunque utente in possesso di una precedente versione di Windows potrà ottenere il nuovissimo Windows 8 ad un prezzo tanto limitato quanto, al contempo, concorrenziale.
Nello specifico avranno la possibilità di accedere all’offerta tutti gli utenti in possesso di una regolare licenza di Windows XP, Vista o 7.
Al momento del processo di installazione la compatibilità dell’hardware del computer in uso con il sistema operativo verrà verificata mediante Windows 8 Upgrade Assistant.
L’offerta di aggiornamento a Windows 8 Pro al prezzo estremamente vantaggioso proposto da Microsoft risulterà valida a partire dal 31 gennaio del 2013.
Al momento non è ancora stata comunicata la traslazione del prezzo in euro ma, presumibilmente, il rapporto di conversione dovrebbe essere alla pari.
Qualora poi si preferisse effettuare l’acquisto di Windows 8 su DVD sarà possibile usufruirne al prezzo, meno invitante, di 69,99 dollari.
A questo punto appare opportuno interrogarsi sul perchè Microsoft abbia scelto di muoversi in tal modo? La risposta, che apparentemente potrebbe risultare complessa, è invece molto semplice: la redmondiana ha recentemente sviluppato un nuovo ecosistema che, nel caso specifico di Windows 8, appare come un sistema più agile e rapido di distribuzione degli aggiornamenti.
Al contempo viene inoltre abbracciato un nuovo modello di business in base al quale il marketplace per le app rappresenta una fonte nuova e, sopratutto, in grado di generare ulteriori introiti, senza contare poi il tentativo di far concorrenza ad Apple che già da diverso tempo a questa parte ha adottato una strategia analoga.