Facebook ha rivelato la sua impronta di carbonio relativa all’anno 2011, cioè la quantità anidride carbonica che contribuisce al surriscaldamento del pianeta, utilizzata dai suoi uffici, nonché i consumi energetici dei data center. La cifra è stata abbastanza buona, tanto da guadagnarsi i Kudos di social network di Greenpeace, battendo i rivali tecnologici eco-compatibili, come ad esempio Google. Facebook, in un anno totale, ha consumato un’energia misurata per 532 milioni di chilowattora, meno il 36% dell’energia che l’azienda ottiene da fonti rinnovabili e dal nucleare, che hanno portato a 285.000 tonnellate di emissioni di CO2.
Un confronto che, con il totale annuale più recente di Google, stimato a 1,5 milioni di tonnellate di CO2 nel 2010 fa la differenza; Facebook ha progettato i propri server in modo che sfruttino le quantità di energia nel modo più efficiente possibile. Vuol dire che chattare con gli amici sul social network è un’attività più green rispetto alle ricerche effettuate con il gigante di Mountain View? A Facebook farebbe piacere che la pensassimo così. In un post sul blog, nel quale il social network annuncia il suo rapporto sulle emissioni di anidride carbonica, rivela che ciascun utente attivo mensilmente consuma 269 grammi di anidride carbonica. Bisogna considerare, inoltre, che Facebook ha 955 milioni di utenti attivi.
Eppure, i leader ambientali sono rimasti soddisfatti del risultato ottenuto dal colosso del social networking. “La descrizione dettagliata di oggi e il fatto che il target utilizzi la piattaforma con energia pulita dimostra che l’azienda fa sul serio e intende fermamente che il mondo segua il progresso promosso“, ha detto il senior IT Analyst Gary Cook di Greenpeace in un comunicato. Non che non c’è molto lavoro da fare, d’altronde lo ammette lo stesso Facebook nella sua relazione. La società vorrebbe ottenere fino al 25% di energie rinnovabili nel breve termine, ma tiene conto che le sue emissioni di anidride carbonica probabilmente peggioreranno prima di migliorare, a causa della smisurata crescita della società.