Il primo virus della storia del web risale a 24 anni fa

Home > News > Il primo virus della storia del web risale a 24 anni fa

Uno studente della Cornell University fu la prima mente malefica che cercò di attaccare la rete internet con un worm lanciato il 2 novembre 1988.

Allora la notizia suscitò moltissimo clamore e sicuramente molte persone sentirono parlare di Internet per la prima volta nella loro vita. Il worm venne chiamato Morris Worm dal nome del suo creatore, Robert Tappan Morris, che adoperò il Mit di Boston per la sua azione criminosa. L’attacco fu devastante e si propagò velocemente infettando più del 10 per cento dei sistemi connessi, circa 60.000 macchine, quasi tutte appartenenti a università, enti di ricerca governativi, esercito che subirono seri guasti. Il danno economico venne calcolato tra i 200 e i 53 mila dollari a computer a seconda del proprietario, dell’uso della macchina e degli effetti che il worm aveva avuto.

Il Morris worm, riusciva a penetrare nelle macchine e si replicava e si propagava da solo, infettava i computer anche più di una volta e mandava in tilt molti file di sistema. Fu un attacco imprevisto al quale nessuno era preparato, contro il quale non si erano ancora studiati programmi di protezione o antivirus. Molti utenti, non sapendo come difendersi, non trovarono altra soluzione che staccare la “spina” ovvero decisero di disconnettere i propri dispositivi. Team di Berkeley e della Purdue University cercarono di rallentare la propagazione del worm senza ottenere un grande successo immediato. Con il Morris Worm si capì che qualunque cyber criminale avrebbe potuto attaccare la rete e provocare seri danni, ma l’allarmre non scattò subito e il problema sicurezza divenne più attuale solo verso la metà degli anni 90.

Ovviamente si volle scoprire chi fosse stato il responsabile della minaccia informatica. Dopo le indagini si scoprirono delle prove schiaccianti contro lo studente e tre anni dopo, tra diverse udienze e appelli, nel marzo del 1991, il giovane venne definitivamente dichiarato colpevole e condannato a tre anni di libertà vigilata, 400 ore di lavori socialmente utili e a pagare 10.050 dollari di multa e tutte le spese processuali.

Lascia un commento