Attivista si batte per diritti operai iPhone 5: “Mai più iSchiavo”

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Un attivista per i diritti umani di Hong Kong sta portando avanti una battaglia per migliorare le condizioni di lavoro degli operai che producono l’iPhone.

Debby Chan sta combattendo una battaglia per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti cinesi che vengono spremuti come spugne con pesantissimi orari di lavoro e paghe esigue. Nel suo ufficio di Hong Kong c’è un poster molto inquietante che mostra un lavoratore cinese sanguinante con il logo Apple sulla schiena e sotto appaiono le parole “Non più iSlave.”

Tra le gigantesche industrie cinesi che producono di strumenti hitech o parti di esse, la è la Foxconn nel mirino dell’attivista che denuncia gli abusi dei diritti dei lavoratori ha richiamato l’attenzione agli abusi dei diritti dei lavoratori presso gli impianti di Zhengzhou e di Shenzhen. E le condizioni di lavoro sono state anche documentate dal suo gruppo di collaboratori tra cui molti studenti e studiosi. Hanno anche pubblicato un rapporto uscito un giorno prima che l’iPhone 5 dal titolo volutamente provocatorio “iPhone nuovo, abusi vecchi” frutto di oltre 60 interviste tra gli operai di Zhengzhou Foxconn. L’attivista viaggia tra la sua sede di Hong Kong e la Cina a suo rischio quando vi si reca per le sue interviste. Sono emersi molti problemi tra cui gli straordinari eccessivi per i lavoratori, e il numero delle ore di lavoro che violano le leggi sul lavoro cinesi. Ha documentato gli straordinari non pagati, le riunioni obbligatorie in cui i dirigenti rimproverare i dipendenti per la loro bassa produttività, e ha evidenziato anche i provvedimenti disciplinari. Ha denunciato anche le precarie condizioni ambientali dei luoghi in cui si estraggono le materie prime necessarie alla produzione dell’iPhone. Ha voluto mettere in evidenza le inesistenti misure di sicurezza dei lavoratori della Foxconn soprattutto relativamente al contatto e alla manipolazione di sostanze chimiche.

Eppure sostiene Chan, la Apple incamera ingenti margini di profitto per cui potrebbe aumentare gli importi che paga alla Foxconn da destinare ad un aumento dei salari dei lavoratori assunti per la produzione dell’iPhone e per garantire loro più sicurezza e migliori condizioni di lavoro.

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